I fumetti manga, i fumetti giapponesi da leggere

fumetti manga

Ma quanti anni hai?” Quante volte chi ammette di essere un fedele lettore di fumetti manga si sente porre questa domanda?

Quello che forse non sa chi la rivolge, spesso con tono un po’ derisorio, è che dietro all’universo manga c’è un intero mondo. Un mondo, quello orientale, che ha contaminato l’Occidente influenzandone la cultura, l’arte e diversi altri settori a questi strettamente legati.

Ma come è giunto sino a noi “l’universo manga”? Per scoprirlo dobbiamo fare un viaggio a ritroso nella storia e risalire agli albori delle arti visive orientali.

Dall’oriente all’Occidente, un viaggio nel tempo

“Shin Takarajima”, La nuova isola del tesoro in italiano, è universalmente riconosciuto come il primo manga moderno. Nacque nel 1947 ad opera di Osamu Tezuka.

Il grande merito di Tezukata sta nell’esser riuscito a impostare su carta un metodo di rappresentazione grafico molto simile a quello degli anime. Un sistema fluido che ben si prestava tanto alle narrazioni più emotivamente coinvolgenti quanto a quelle di intrattenimento.

Shin Takarajima
Shin Takarajima

Questa sua visione è diventata la base stessa del successo mondiale del manga ed ha consentito di sviluppare col medesimo successo sia un filone popolare che uno culturalmente più elevato ed artistico.

Tezuka può dunque essere considerato il demiurgo del genere manga. A lui va sicuramente attribuito il merito di aver dato il via all’intero genere ma è bene specificare che il manga è nato e si è sviluppato grazie ad influenze molto diverse tra loro, a partire dall’Emaki.

Emaki, l’antenato dei manga

L’emaki è un tipo di narrazione visiva giapponese che si caratterizza sia per un metodo di espressione orizzontale e visivo che per l’unione tra immagini e testo. È un’arte molto antica che è stata praticata in epoche diverse, anche se è ormai accertato che la maggior parte degli emaki sono stati realizzati tra il XII e il XVI secolo.

Gli emaki venivano scritti su fogli di carta o tessuti di seta che venivano poi arrotolati per meglio essere conservati.  Gli argomenti trattati dagli emaki erano i più diversi, principalmente tramandavano avventure di eroi, racconti di vita quotidiana, leggende popolari e vicende religiose. Tra gli emaki più iconici troviamo sicuramente:

The Tale of Genji

Si tratta di un romanzo giapponese classico scritto dalla nobildonna Murasaki Shikibu all’inizio del XI secolo. Il suo valore è dato anche dal fatto che rappresenta uno dei primi romanzi al mondo e un capolavoro della letteratura giapponese.

Narra, con un caratteristico stile di scrittura è cortese, la vita e gli amori del principe Genji, un nobile che visse alla corte imperiale.

Il romanzo è diviso in 54 capitoli, ciascuno dei quali si concentra su un aspetto diverso della vita di Genji e riesce dunque a tramandarci una minuziosa rappresentazione della società di corte del periodo Heian in Giappone.

Se nella sua prima parte viene descritta l’infanzia del principe, ben presto si prosegue con le sue avventure romantiche e gli impegni della vita politica. Uno spaccato di vita molto interessante che vuole essere una analisi della società dell’epoca e del sentimento amoroso in genere. Il principe Genji stringe infatti relazioni con molte donne diverse, ognuna delle quali rappresenta un diverso aspetto dell’amore e dei sentimenti umani.

Il romanzo, scritto unendo cinese e giapponese, è poi stato tradotto in molte lingue e riuscendo ad esercitare una grande influenza sulla letteratura e sulla cultura giapponese dei secoli successivi.

The Scroll of Frolicking Animals

Conosciuto ai più anche come “Emaki degli animali che si divertono“, è un rotolo giapponese illustrato che risale al XII secolo. Il rotolo, diviso in diverse sezioni, ritrae alcuni animali (conigli, scimmie, volpi e uccelli) mentre sono occupati in attività divertenti e umoristiche.

Lo stile usato è quello noto col nome di “yamato-e” ed è caratterizzato da:

  • composizione piana;
  • uso audace dei colori.

Tutti gli animali sono riprodotti in modo vivo e molto espressivo; le loro espressioni facciali ed i gesti sono esagerati e quasi allegorici. Il rotolo è infatti intriso di satira ed umorismo.

Indipendentemente dal suo carattere umoristico, il rotolo è a tutti gli effetti un prezioso reperto culturale e un importante esempio d’arte giapponese medievale.

Purtroppo, questo prezioso rotolo non è in condizioni ottimali ed ha subito parecchi danni col tempo, ma le parti che si sono conservate sono ora custodite al Museo Nazionale di Tokyo dove, pur non essendo costantemente esposto al pubblico, viene saltuariamente mostrato.

La caratteristica principale di tutti gli emaki sta nell’essere un’opera di narrativa illustrata su base orizzontale che riesce ad unire testo e immagini dando la possibilità ai vari fruitori di srotolare il rotolo senza doversi limitare alla visione di una singola tavola.

La narrativa ne risulta più fluida e dinamica, molto adatta all’epoca moderna; ecco perché possiamo considerare l’emaki un possibile antenato dei moderni manga.

The Scroll of Frolicking Animals: Fonte wikipedia
The Scroll of Frolicking Animals: Fonte wikipedia

Il passaggio dall’Emaki al manga

Per arrivare al manga come lo intendiamo noi oggi c’è però da compiere un ulteriore passaggio. Gli emaki presentano infatti passaggi temporali piuttosto ambigui che lasciano al lettore un ampio margine di interpretazione temporale.

Una libertà di fruizione che veniva indirizzata rimarcando la separazione delle scene attraverso elementi decorativi o servendosi di apposite figure e oggetti disposti ad arte. Per trovarci di fronte a quello che può essere considerato il primo manga dovremmo dunque aspettare il periodo compreso tra l’XI e il XII secolo, ossia il periodo Edo.

Il manga arriva in Occidente

E’ proprio nel periodo Edo che si compiono grandi passi nella storia verso il manga moderno che portarono ad un’importante riduzione della distanza tra la tecnica e lo stile di rappresentazione giapponese e quella dei manga moderni.

Una definizione di stile che si tramutò in una netta influenza dell’arte giapponese sugli artisti occidentali. Un’influenza che nasce quasi per caso, quando l’incisore Braquemond entrò in contatto con un ukiyo-e usato come imballaggio. Ukiyo-e è una forma d’arte giapponese sviluppatasi nel periodo Edo (1603-1868) e che si concentra principalmente sull’immagine del mondo effimero e transitorio dell’ukiyo, un termine usato in riferimento alla vita quotidiana nella società urbana dell’epoca. L’ukiyo-e consiste principalmente in stampe xilografiche e dipinti su seta e carta che rappresentano scene di vita quotidiana, soggetti letterari, paesaggi, ritratti ed anche scene erotiche. Le tecniche utilizzate erano piuttosto complesse: ci si avvaleva di più lastre di legno sovrapposte tra loro per creare effetti di profondità.

Gli artisti occidentali scoprirono l’ukiyo-e nel 1856, in pieno periodo impressionista. La diffusione e l’influenza fu pressoché immediata e costantemente in crescita. Pensiamo ai grandi nomi dell’arte francese come, solo per citarne alcuni, Monet, Van Gogh, e Toulouse-Lautrec.

Non siamo ancora giunti al manga vero e proprio. Per ora ci si limitava ad una raccolta di diverse immagini realizzate attraverso la xilografia. Disegni sparsi che raccoglievano soggetti diversi.

Per giungere al manga inteso come fenomeno editoriale diventa necessaria una più stretta collaborazione tra Occidente e Oriente. Un passo che si compì quando artisti come Charles Wirgmann e George Bigot, andarono in Giappone per fondare alcune testate giornalistiche che portarono alla concretizzazione del fumetto come lo conosciamo noi ora e dell’editoria in genere.

Un fenomeno che ha contribuito alla nascita di diverse professioni legate a questa antica arte narrativa.

Volume d’affari manga

Il volume d’affari generato dai manga in Italia non è facilmente identificabile proprio perché coinvolge diversi settori. Tuttavia, è assodato che si tratta di un mercato in forte crescita e con ancora un forte margine di sviluppo. Case editrici specializzate nella pubblicazione di manga, negozi di fumetti, organizzatori di eventi e cosplayer, mercato di nicchia per collezionisti…

Manga e case editrici

Ci sono diverse case editrici italiane che si sono specializzate nella pubblicazione di manga; tra le più note abbiamo sicuramente:

  • Star Comics,
  • Panini Comics,
  • J-Pop,
  • Goen.

Si tratta di case editrici che pubblicano una vasta gamma di manga (classici e recenti) in diverse lingue. I manga possono essere acquistati in negozi di fumetti, librerie, e online.

Manga e negozi di fumetti

Ci sono molti online store che vendono fumetti manga così come molti negozi fisici e la loro espansione è costante perché negli ultimi anni l’interesse per i manga è cresciuto in modo esponenziale. Ce ne sono di specializzati in fumetti italiani o stranieri, ma anche in una combinazione di entrambi. Molti negozi di fumetti sono indipendenti e gestiti da appassionati di fumetti, mentre altri sono parte di catene più grandi. Ecco alcuni negozi considerati ormai pietre miliari per gli amanti dei manga:

  • Fumetteria dei Vespri a Palermo
  • Fumetteria Fantasy a Roma
  • Fumetteria Il Drago a Bologna
  • Fumetteria Il Vascello a Firenze
  • Fumetteria Il Sogno a Torino

Cosplayer

Molti eventi, come la fiera del fumetto di Lucca e Napoli Comics, offrono la possibilità di acquistare manga direttamente dai loro autori e editori. In queste occasioni si organizzano anche i tanto amati cosplayer.

I guadagni dei cosplayer possono variare notevolmente: alcuni cosplayer riescono a monetizzare anche grazie alla vendita di merchandise (fotografie, magliette, e accessori) o all’uso dei social.

I guadagni di un cosplayer dipendono dalla popolarità raggiunta, dalla qualità del lavoro, dal tempo dedicato a questa attività e dal numero di follower raggiunti. I più popolari e di successo possono guadagnare molto, ma è bene precisare che per la maggior parte non guadagna abbastanza per viverci.

Il manga giapponese è dunque un’arte ed una forma di espressione che, una volta giunta in Occidente, ha continuato a svilupparsi e si è ben integrata in diversi ambiti lavorativi e artistici. Oltre a quelli più strettamente legati all’editoria e alla vendita di fumetti, si pensi anche alle contaminazioni artistiche, alla moda, al cinema e alla letteratura e a tutto il settore grafica (digitale o tradizionale) che sempre più spesso attingono a quel fantastico mondo che è la cultura orientale.

Quindi quando mi chiedono “Ma quanti anni hai?”, con un sorriso penso “Per fortuna abbastanza da permettere alla mia fantasia di viaggiare nel tempo e nello spazio tra diverse culture”.